Demi-monde di Silvia Righi riluce come un abitato inumidito da condensazioni acquee del quale è difficile delineare la geografia; come si sa l’umido è pervasivo e della stessa pervasività è fatto questo teatro in bilico, questo “occhio che si spalanca mentre il sogno è ancora in corso”.
Le Civette, immutata collana all’interno di una rinata NEM, prosegue il suo cammino nell’intento di trovare Opere prime di ricerca dotate di particolare lucore. Demi-monde di Silvia Righi riluce come un abitato inumidito da condensazioni acquee del quale è difficile delineare la geografia; come si sa l’umido è pervasivo e della stessa pervasività è fatto questo teatro in bilico, questo occhio che si spalanca mentre il sogno è ancora in corso. Non si afferra quando finisce il sogno e quando comincia la veglia, ma, occorre ricordarselo sin dal principio, non è questo l’importante. Nella sua attentissima prefazione Tommaso Di Dio mette in luce come in Demi-monde non sia più necessario avere forte presa su di sé, sul proprio presunto io soggettivo, tanto che perfino i pronomi si sfaldano e si liquefanno, occupando posti quasi arbitrari: siamo in molti si potrebbe affermare insieme ai demoni del Vangelo di Marco o alle personalità di Billy Milligan, ma non è nemmeno così. Io, Tu, Lei, la Creatura (i quasi-personaggi di questo libro) non sono le plurime sfaccettature di un soggetto, né sono i risvolti che appartengono ora alla coscienza ora all’inconscio, piuttosto si tratta degli esiti di un linguaggio che di mira ha il non linguaggio, o meglio poter dire le cose (finalmente) senza mediazioni. Demi-monde, e con esso la stessa Silvia Righi, credo tentino di dire la vita del corpo, della pluralità tutta dei corpi nella loro pura biologia; e se giustamente il prefatore definisce quest’operazione erotica, si tratta proprio dell’eros muto dei gesti, delle posture e delle relazioni che tra essi si intrecciano e si ingarbugliano come nodi che un pettine non riesce a districare, bypassando il fatto che siamo presi dal linguaggio. Ovviamente entrambi falliscono, ma questo fallimento si chiama poesia.
Dettagli di pubblicazione | |
Pubblicazione | 2020 |
Genere | Poesia |
Pagine | 104 |
Collana | Le civette |
Formato | Brossura |
ISBN | 9788888903569 |
Giacomo Valeri, odontoiatra e autore di questo piacevolissimo libercolo, afferma che un tema molto importante come la paura del dentista deve essere trattato non solo in modo specialistico ma anche in maniera friendly. (...) Ma il valore aggiunto è che questo volume raccoglie qualche goccia da destinare all’oceano dei bisogni perché il ricavato va all’associazione APA, (Amici Per l’Africa) che si occupa di progetti sanitari e odontoiatrici nei paesi più poveri del Continente Nero. (leggi tutto...)
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