In ognuno di noi sta qualcosa di inatteso e indelicato che, a volte, viene alla luce. E allora ognuno di noi si porta dentro un ospite. Che può portarci lontano. Da chi o cosa? Da noi stessi.
L’ospite indelicato è quello che non aspetti, o che non arriva, o che arriva in anticipo o in ritardo. Invadente, o eccessivamente silenzioso. Inquietante. A volte, non desiderato, e perturbante. E allora gli ospiti indelicati possono essere anche le figure, le immagini, i suoni, le parole che ci attraversano. Con le quali tentiamo, in tanti modi e spesso con esiti non previsti, di offrire una figura stabile ai nostri vissuti, alle nostre rappresentazioni e vicende. Indelicato, infine, potrebbe essere quello slittamento, quel sottilissimo scarto in grado di spostare il reale in un campo dove, per un attimo, sembra possibile travalicare la cronaca, la biografia, la storia, il tempo che passa. Quando, insomma, il nostro gesto è diventato forma. In quel momento, viene alla luce ciò che Montale chiamava “l’anello che non tiene, il filo da disbrogliare”. L’essenza profonda dell’inatteso, dell’inaspettato, dunque dell’indelicato sta, forse, tutta lì. E quando arriva a esprimersi nella sua più alta possibilità, ossia nel gesto dell’artista, inattesi e indelicati possono apparire proprio i procedimenti che mettiamo in atto rappresentando o raccontando o verbalizzando. La forma che diamo alle nostre azioni, il loro senso e le loro priorità quando le ordiniamo nella memoria, ci portano inevitabilmente a muoverci, bilanciarci, sospenderci tra narrazioni e rappresentazioni, tra finzione e realtà. Ognuno di noi lavora costantemente sul proprio materiale esistenziale. Lo ordina per mostrarlo, narrarlo e archiviarlo a suo modo. Che non è sempre quello previsto, quello che si sarebbe voluto, quello che sembrava ovvio. In ognuno di noi sta qualcosa di inatteso e indelicato che, a volte, viene alla luce. E allora ognuno di noi si porta dentro un ospite. Che può portarci lontano. Da chi o cosa? Da noi stessi. Questo, in fondo, il senso di un libro di versi dove non uno, ma tanti ospiti parlano.
Dettagli di pubblicazione | |
Pubblicazione | 2022 |
Genere | Poesia |
Pagine | 112 |
Collana | Presenze |
Formato | Brossura |
ISBN | 9788888903675 |
Giacomo Valeri, odontoiatra e autore di questo piacevolissimo libercolo, afferma che un tema molto importante come la paura del dentista deve essere trattato non solo in modo specialistico ma anche in maniera friendly. (...) Ma il valore aggiunto è che questo volume raccoglie qualche goccia da destinare all’oceano dei bisogni perché il ricavato va all’associazione APA, (Amici Per l’Africa) che si occupa di progetti sanitari e odontoiatrici nei paesi più poveri del Continente Nero. (leggi tutto...)
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