Paolo Rindi, varesino, scomparso a 20 anni in Val Grande, durante un'escursione di montagna.
«Paolo aveva affinato i sensi e sapeva guardare il mondo nella sua complessità, con uno sguardo attento, anticonformista e autentico, cercando di penetrare lo spazio interiore del mondo, la congiunzione tra superiore e inferiore, costruendo un suo itinerario di crescita attraverso arte, filosofia, fedeltà alla terra. La poesia per lui era diventata intuizione, evocazione, presentimento, congiunzione con l’animo del mondo. Un po’ poeta, un po’ mistico, viandante delle soglie estreme, tanto che in uno dei suoi scritti dice: “Conoscere, conoscere in ogni luogo e ad ogni ora, ecco il motivo del mio viaggio. Ogni posto perde progressivamente d’importanza durante il viaggio, e oggi posso essere fiero di sentirmi a casa dovunque, sdraiato su una verde prateria o in cammino su un anfratto di montagna”». (Rosa Zanotti)
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