di Daniela Pericone

• tratto dal sito Laboratori Poesia

« La raccolta poetica Nodi parlati, Nem 2019, di Alessandra Pellizzari si presenta in un’edizione bilingue che, accanto alle poesie in italiano, offre la consonante traduzione in inglese di Patrick Williamson (Clove Hitches, a Venice poem).

Una duplice versione che rivela un intento preciso di relazione, un tenace lavorio di legami e tessiture già annunciato dai nodi del titolo, peraltro allusivo di ambientazioni marine e paesaggi lagunari veneziani. La polisemia del sintagma è cruciale, da un lato i nodi parlati, o nodi barcaioli, rientrano nel gergo marinaro e indicano un tipo di legatura di utilizzo facile e sicuro per fissare le corde dei natanti agli ormeggi, dall’altro l’accezione figurata è altrettanto rilevante, se non dirimente, il participio parlati conduce alla sfera verbale dei significati, e interpreta i nodi come intrecci, avvolgimenti, o anche frizioni, di materiali linguistici. »

« L’intera sequenza dei testi di Pellizzari si pone in sintesi e combinazione tra le due visioni, fisica e simbolica, di una città di sconfinata bellezza come Venezia. Grazie a un linguaggio denso, ricercato, elegante si aprono dinanzi a noi imponenze architettoniche e dettagli di decori, paesaggi lambiti dai venti e calli risonanti di passi, scenari di vie d’acqua e di terra. Nell’incontro tra gli elementi della natura e le opere dell’uomo la scrittura tenta l’impresa di una concordia, invocando un equilibrio tanto più urgente quanto necessario, se in troppe occasioni assistiamo alla prevaricazione, persino allo scempio, dell’uno sull’altra: “Dove finirà la contaminata bellezza? / Forse su una voce più grave, / sul gesto incompreso / di una cella campanaria, / sull’ondulata frazione di tempo?” (Quando sulle coperture dei preludi ). »

« Nel moto ondivago dei versi è tutto un rimescolio di colori e profumi, un susseguirsi di presenze animali e vegetali, un’apparizione di marmi e pietre attraverso velature di nebbie. Le immagini incalzano al ritmo del respiro, si accordano all’andirivieni delle acque: “Corpo a corpo, sui vetri appannati, / chiazzati di triangoli, / angoli dorati, archi trionfali, palmi alati. / Sul terzo movimento, lastra a lastra, / sulle smagliature di una cancellatura, / membrana a membrana. / Volta a volta, lastra a lastra, / corpo a corpo, sul manto plumbeo, / sulla cavalcata di un’ogiva.” (Volta a volta, lastra a lastra). Ogni sfera sensoriale è coinvolta, le percezioni visive e acustiche si completano a vicenda in un’alternanza di pieni e di vuoti, di musiche e di silenzi, mentre “il tempo insegue i suoni / e le sentenze portate dal vento” (Il tempo insegue i suoni ). »

« Sullo sfondo di interrogativi sottesi o dichiarati, un auspicio di rifondazione dei legami sembra essere il motivo che guida la poesia di Pellizzari. Così simile al filo, ora libero ora aggrovigliato, che l’artista sarda Maria Lai adopera nella tessitura del suo Dialogo del mare, riprodotto in chiusura al libro. Ancora trame che creano corrispondenze, parole/nodi che stringono ai luoghi. »

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Nodi parlati
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